E' il 1848: l'anno delle rivoluzioni borghesi e della pubblicazione del Manifesto di Marx.
L'Inghilterra della regina Vittoria, ammantata di perbenismo, si appresta a diventare la massima potenza coloniale del pianeta mentre vive, senza apparenti sussulti, i risvolti contraddittori della seconda rivoluzione industriale. Il mondo della cultura sente di attraversare una fase di transizione. E' questo l'humus storico in cui nasce il Preraffaellismo.
Nello stesso anno a Londra 1848: tre amici, studenti della Royal Accademy: Millais, Rossetti, Hunt -ma altri giovani talenti si aggregheranno velocemente- fondano la Confraternita (Brotherhood) dei Preraffaelliti. Uno spirito d'avanguardia anima il gruppo di artisti raccolti intorno a D. G. Rossetti, il corifeo del gruppo: sono giovani, appassionati, disposti a sfidare le convenzioni della società; trovano la pittura accademica stucchevolmente insopportabile, fredda e noiosa. Per salvare l'Arte bisogna ridarle genuinità, tornare indietro, imparare dai cosiddetti pittori “primitivi” (Masaccio, Giotto, Lippi, Beato Angelico...), escludendo Raffaello al quale rimproverano di aver “inquinato” l'arte “idealizzando la natura e sacrificando la realtà al bello”. L'arte italiana del Trecento/Quattrocento irrompe nell'Inghilterra vittoriana portandosi dietro i corrispondenti giganti della nostra letteratura: Dante, Boccaccio, dai quali, insieme a Shakespeare, la Bibbia, i racconti della Tavola Rotonda, i miti greci...i Preraffaelliti traggono i temi che vanno a rappresentare. Parallelamente vengono affrontati questioni sociali scottanti come l'emigrazione, il lavoro. Altri tratti salienti del movimento sono: l'eclettismo; il senso del connubio tra le arti, in particolare: Pittura-Poesia; la tendenza a trascendere la realtà in direzione idealistica e simbolica, la dimensione estetizzante. A tutto questo fa da sfondo la natura, trasferita nel linguaggio pittorico con un eccesso di perfezione e arricchita di simboli, perché: “la natura è il velo diafano dello spirito, i fenomeni del mondo esteriore sono segni e simboli dell'idea divina, tutto è mistero” (Alfredo Galletti).
Un discorso speciale merita la rappresentazione della donna in cui è tangibile l'evoluzione della poetica preraffaellita.
La Confraternita dura cinque anni ma la sua eredità giunge al primo ventennio del Novecento. Noi seguiremo, del movimento, la parabola Romanticismo-Decadentismo, Realismo-Simbolismo, fino a Klimt.
I Preraffaelliti frequentarono in molti la Poesia, per questo abbiamo voluto dare spazio alle loro composizioni poetiche ed alle loro fonti di ispirazione, soprattutto il mondo dantesco che Dante Gabriel Rossetti eredita dalla sua provenienza italiana e che entra a far parte dell'ispirazione pittorica e poetica della Confraternita. Focus, quindi, su Dante Gabriel per il quale pittura e poesia sono “consustanziali”. Rossetti, che aveva già tradotto i primi poeti italiani, si rispecchia, anzi “si identifica”, nel Dante della Vita Nova; la traduce per la prima volta in inglese, modella sulla figura di Dante stilnovista la sua stessa vita, i suoi sentimenti, la sua arte.
Ma il punto più alto della poesia di Rossetti è la Casa della vita, un canzoniere moderno che canta l'amore e che fa “del corpo e dell'anima dell'amata, dell'amore fisico e del platonico una cosa sola”. Nei sonetti Rossetti realizza il “sogno romantico di esprimere l'inconoscibile, il misterioso, gli abissi dell'anima” (Alfredo Galletti); ci appare come un “mistico contemplatore e adoratore della bellezza femminile” capace di esprimere e di rappresentare “la perfezione delle forme illuminate dalla vita dell'anima... l'anima è sempre visibile attraverso i veli e la veste delle bellissime forme” (Enrico Nencioni).
Andremo poi a scoprire i “germi” del Preraffaellismo nella nostra letteratura attraverso la lettura di alcuni testi di G. d'Annunzio del periodo romano e napoletano in cui è più evidente l'influenza della Confraternita.
Nell'ultimo incontro useremo la lente della filosofia e della psicoanalisi per dare uno sguardo conclusivo al periodo compreso tra il medio '800 e il 1920, tempo in cui la riflessione filosofica si estende dalle scienze positive alla scoperta dell'inconscio freudiano. I Preraffaelliti, pur non direttamente influenzati dalle correnti filosofiche del loro tempo, ne vissero i problemi e le questioni irrisolte, compresa quella difficile della donna la cui vita dimezzata poneva già il tema dell'emancipazione. A rappresentare le tematiche sociali fu anche la “sacerdotessa” della Confraternita: Christina Rossetti, della quale leggeremo alcune poesie.
Proprio con Christina vogliamo concludere, per rendere omaggio a tutte le donne che hanno avuto un ruolo importante nel mondo dei Preraffaelliti,e per ricordare questa poetessa -adombrata dall'ombra ingombrante del fratello- considerata in Inghilterra l'erede di Elisabeth Barret, ma non adeguatamente conosciuta in un Paese come l'Italia che lei amò profondamente.
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