In occasione della mostra Eve Arnold. L’opera, 1950-1980 – promossa da Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì con il Comune di Forlì e realizzata in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia – Torino, d’intesa con Magnum Photos – il Museo Civico San Domenico presenta un ciclo di incontri aperti al pubblico pensato per raccontare la figura della grande fotografa statunitense e approfondire alcuni temi della sua ricerca fotografica.
Ogni incontro sarà moderato dalla curatrice della mostra Monica Poggi, prendendo spunto da uno degli scatti della Arnold in mostra, scelto dall’ospite dell’appuntamento.
Venerdì 10 novembre alle 17.30, sarà la scrittrice Simonetta Agnello Hornby (Palermo, 1945) la prima protagonista del ciclo. L’autrice di origini siciliane, amica intima di Eve Arnold, racconta della sua personale prospettiva della fotografa che “Preferiva raccontare degli incontri con la gente comune, i ragazzini dell’Avana, le donne dell’harem in Arabia, i bambini di strada, gli anziani. Le piaceva fotografare mani e piedi e dopo una sessione fotografica, chiedeva il permesso di farlo: diceva che era racchiusa lì la loro anima.” Partendo da una foto di Robert Penn, che ritrae Eve Arnold sul set del film Becket (1963), la scrittrice racconterà il suo rapporto personale con la Arnold, conosciuta per caso a New York all’inizio degli anni Ottanta e con la quale ha condiviso un’intensa amicizia. “Ci siamo frequentate assiduamente nelle rispettive case, insieme abbiamo visitato mostre e musei e, per i dieci anni da lei vissuti in una casa di riposo, a Pimlico, insieme abbiamo trascorso molti Natali, noi due sole o con la famiglia di Frank, il suo unico figlio. Non ci siamo mai annoiate. […] Parlava a ruota libera e con modestia del suo lavoro e delle persone che aveva fotografato: primi ministri, attori, personaggi politici, scienziati. Senza compiacimento.”
L’appuntamento successivo sarà giovedì 23 novembre con Chiara Tagliaferri, scrittrice, autrice di trasmissioni radiofoniche per Radio2 e, insieme a Michela Murgia, dei libri e del podcast Morgana la casa delle donne fuori dagli schemi, che raccontano vicende di donne che hanno cambiato la storia, riuscendo ad abbattere stereotipi e affermando la propria identità e libertà. Temi, questi, molto cari alla fotografa americana, che sin dal principio della sua carriera ha rivoluzionato i canoni della rappresentazione, dimostrando una particolare attenzione nei confronti della condizione femminile, a partire già dai primi lavori come il reportage dedicato alle numerose sfilate di stilisti afroamericani ad Harlem a inizio anni Cinquanta, rivoluzionario sia per la scelta del soggetto che per lo stile non patinato. O come nei suoi ritratti iconici a personaggi dello spettacolo – da Marylin Monroe a Joan Crawford a Marlene Dietrich – raccontati in momenti di intimità e rilassatezza, rifiutando l’uso del fotoritocco come strumento di adeguamento a canoni di bellezza irrealistici. Lo sguardo e la sensibilità di Arnold si esplicitano nel suo modo unico di immortalare i soggetti, nella maggior parte dei casi donne, senza scivolare mai in stereotipi o facili categorizzazioni, con il solo intento di conoscere, capire e raccontare.